Aggiornato a marzo 2022

Le donne nel mercato del lavoro

Nel 2021 l’occupazione a Milano recupera solo nella componente maschile, si amplia il gender gap a sfavore delle donne

31-03-2022

Nel 2021 a Milano l’occupazione femminile non recupera il terreno perduto nel corso del 2020 per effetto dell’emergenza pandemica, anzi perde ulteriore terreno. Alla ulteriore diminuzione dell’occupazione femminile si contrappone, invece, un incremento di quella maschile e per effetto di questa divaricazione nell’andamento tra generi, a Milano torna ad ampliarsi il gender gap sotto il profilo dell’occupazione, rimanendo comunque assai meno ampio che nella media nazionale e lombarda

Nel 2021 l’occupazione a Milano recupera solo nella componente maschile

Considerando il mercato del lavoro complessivo, nel 2021 Milano non registra l’auspicato recupero dei livelli occupazionali pre Covid. Si evidenzia, infatti, un aumento rispetto al 2020, ma i 6 mila occupati in più dell’anno risultano del tutto insufficienti a colmare i -48 mila registrati nel 2020 con l’avvento della pandemia. Il conto è assai più negativo rispetto alle stime fatte lo scorso anno, in quanto l’Istat ora esclude dal computo degli occupati i cassintegrati da più di tre mesi.

Differenziando tra componente femminile e maschile, il quadro annuo emerge particolarmente negativo per le donne: nel 2021 i posti di lavoro a Milano crescono esclusivamente per la componente maschile (+11 mila occupati), mentre quella femminile si riduce (-5 mila occupate).

Quindi, se per il 2020 l’occupazione femminile a Milano aveva mostrato una diminuzione minore rispetto a quella maschile, in controtendenza rispetto alla tendenza nazionale e grazie alla più elevata concentrazione in lavori a maggior contenuto professionale e in settori come la sanità, nel 2021 il quadro si inverte. L’occupazione al femminile a Milano cede nell’ultimo anno per effetto del contrapposto andamento dei macrosettori sul territorio: gli unici che creano posti di lavoro sono le costruzioni e, in parte, commercio, alberghi e ristorazione. Sono soprattutto gli uomini a beneficiarne da un lato perché l’edilizia, il settore con l’aumento più consistente, utilizza una forza lavoro prevalentemente maschile, dall’altro perché l’occupazione femminile si concentra maggiormente tra i lavoratori dipendenti, che a Milano registrano un calo (-3 mila) mentre risalgono gli indipendenti (+10 mila).

Tirando le somme dell’ultimo biennio, a fine 2021 sono ancora -42 mila gli occupati totali nella città metropolitana rispetto al 2019 (pari al -2,8%), somma di -23 mila donne (in calo di ben il -3,3%) e -19 mila uomini (-2,3%).

Nel 2021 le donne occupate a Milano diminuiscono di -5 mila unità e rispetto al 2019 sono ancora 23 mila in meno 

-5000
+11000

Al contrario, nel 2021 crescono di +11 mila gli occupati uomini (comunque ancora -19 mila rispetto al 2019)

A Milano si amplia il gender gap

Per effetto di questa divaricazione nell’andamento tra generi, si inverte il trend positivo e il gender gap torna ad ampliarsi sotto il profilo dell’occupazione. 

A Milano nel 2021 il differenziale tra uomini e donne in termini di distanza tra i rispettivi tassi di occupazione sale a 9,8 punti percentuali dagli 8,8 nel 2020, quando la maggior tenuta dell’occupazione femminile durante l’emergenza aveva ridotto le distanze rispetto ai 10,2 p.p. nel 2019 e ai 10,9 p.p. nel 2018. Il trend decrescente è invece proseguito in Lombardia, dove negli ultimi 4 anni si è ridotto di ben 2 punti percentuali (da 15,9 nel 2018 a 13,9 nel 2021). In ogni caso, il gender gap a Milano rimane ben inferiore rispetto a quanto rilevato nel complesso della Lombardia (13,9 punti percentuali) e in Italia (17,7). 

Nel contesto nazionale, il mercato del lavoro milanese rimane comunque più favorevole per le donne

Nonostante questo arretramento sul gender gap, Milano rimane più avanzata sia dell’Italia sia della Lombardia in termini di opportunità femminili. 

Infatti, nel 2021 le donne lavoratrici in città risultano 664 mila, che corrispondono a un tasso di occupazione del 63,0%: una percentuale superiore non solo alla media italiana (sotto la soglia del 50%, tra le più basse in Europa), ma anche a quella lombarda (59,6%). 

Sul fronte della disoccupazione, il tasso femminile (al 6,6%) non si discosta eccessivamente da quello maschile (al 6,3%), mentre il tasso di inattività (quota di donne in età lavorativa che non hanno un lavoro né lo cercano) è al 32,5% contro un 22,1% per gli uomini. In ogni caso, l’inattività femminile a Milano è ben più contenuta che in Lombardia (al 36,3%) e in Italia (addirittura al 44,6%).

tasso di occupazione femminile a Milano, superiore al 49,4% in Italia e al 59,6% in Lombardia

63.0%

tasso di disoccupazione femminile a Milano

(vs 6,3% maschile)

6.6%

tasso di inattività femminile a Milano, superiore al 22,1% maschile

32.5%
 
 
Seleziona il testo per condividerlo