Aggiornato a novembre 2021

Capitale umano

10-11-2021

Milano è tra le realtà italiane col maggiore respiro globale anche in termini di attrazione dei talenti. Gli studenti internazionali che hanno scelto di svolgere o di completare il proprio percorso di studi in uno degli 8 atenei della città metropolitana sono, infatti, più di 15 mila, oltre l’80% dei 18 mila totali a livello lombardo. Il dato è particolarmente significativo, considerato che si riferisce all’anno accademico 2020-2021, ossia al primo colpito dalla pandemia.

Tra 2020 e il 2021 sono cresciuti i giovani che dall’estero hanno scelto di studiare negli atenei milanesi

Il numero di studenti internazionali a Milano nel 2020-2021 aumenta del +4,6% rispetto all’anno precedente, più del +2% rilevato nel complesso delle iscrizioni. Rispetto al recente passato, la crescita si mostra più debole (negli ultimi tre anni l’espansione anno su anno si è attestata intorno al +11%), ma il segno positivo indica chiaramente come il processo di internazionalizzazione degli atenei milanesi non si sia arrestato con la pandemia. In particolare, gli studenti esteri rappresentano a Milano il 6,7% dei 227 mila iscritti totali (un punto percentuale in più rispetto all’insieme degli atenei lombardi). 

È questo il bilancio che emerge dai dati raccolti presso gli atenei nella undicesima edizione della nostra indagine annuale sul grado di apertura internazionale del polo accademico del territorio. Un bilancio positivo e per niente scontato, considerato che l’emergenza sanitaria ha imposto forti limitazioni alla mobilità internazionale delle persone e ha obbligato a una rapida riorganizzazione dell’offerta formativa da parte degli atenei, testimoniando, quindi, la capacità di reazione e soprattutto la tenuta dell’attrattività internazionale delle nostre università e del nostro territorio.

Un discorso diverso, invece, riguarda i programmi temporanei di scambio, come l’Erasmus, attraverso i quali gli studenti arricchiscono il proprio percorso formativo con una esperienza internazionale. Dopo anni di sostenuta espansione, gli studenti stranieri in mobilità temporanea diretti verso Milano sono diminuiti meno del -3% (da 6.843 nell’a.a. 2018-2019 a 6.671 nel 2019-2020), mentre ben più intenso e pari al -30% è stato il calo degli studenti italiani in uscita (da 10.751 nell’a.a. 2018-2019 a 7.490 nel 2019-2020). 

Questa direzionalità nei flussi pare, da una parte, indicare un certo grado di fiducia verso Milano, capace di mostrare una tempestiva reattività di fronte all’emergenza sanitaria dopo essere stata colpita prima di altre realtà europee e, dall’altra, riflettere le difficoltà per i giovani italiani in partenza a causa delle limitazioni anti Covid emerse a macchia di leopardo nel mondo nei mesi successivi allo scoppio della pandemia.

Il numero di studenti internazionali iscritti agli atenei milanesi supera i 15 mila nell’anno accademico 2020-2021, il 6,7% degli studenti totali

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L’aumento degli studenti internazionali a Milano nell’anno accademico 2020-2021 è pari al +4,6%, in rallentamento rispetto al +11% degli ultimi 3 anni 

Più STEM e più design, tra i corsi di laurea preferiti dagli studenti internazionali a Milano

Le informazioni più complete riferite all’anno accademico 2019-2020 ci consentono poi di scattare una fotografia degli studenti internazionali. Ben il 40,7% di essi è iscritto a un corso di laurea ‘STEM’ (ossia un corso di Scienze, Matematica, Ingegneria, Tecnologia, Fisica, Informatica, Chimica, Architettura), una percentuale molto più elevata rispetto al 29,8% rilevato per il totale degli studenti milanesi. Si aggiunge una quota significativa, pari al 6,2%, di studenti internazionali iscritti ad un corso di laurea in ‘Arte’ (ossia un corso di Design, Arte, Spettacolo e Multimedia), che si confronta con un dato del 2,9% nel totale studenti. Inoltre, il 6,8% dei giovani dall’estero frequenta corsi attinenti professioni medico sanitarie (9,6% nel totale studenti).

La ricchezza e la diversificazione economica e culturale della città metropolitana si rispecchia dunque nelle scelte formative degli studenti internazionali, in uno scambio reciproco tra città e studenti. In questa direzione è importante l’impegno delle università a collaborare con altri atenei nel mondo: sono più di 4 mila e 200 gli accordi attivati dal sistema milanese (su un totale di 6.000 in Lombardia), in crescita del +7,6% nell’ultimo anno.

La quota di studenti internazionali iscritti ad un corso di laurea STEM è pari al 40,7% (vs 29,8% il dato complessivo milanese)

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La quota di studenti internazionali iscritti ad un corso di laurea ARTE è pari al 6,2% (vs 2,9% il dato complessivo milanese)

La città si arricchisce culturalmente grazie ai giovani da tutto il mondo: l’Asia è il principale bacino di provenienza

La vicinanza fisica e culturale, nonché la libera circolazione assicurata dall’Unione europea, spiegano facilmente il 38,5% di studenti internazionali provenienti da uno Paese europeo.

Ma la principale direttrice da cui arrivano gli studenti internazionali è l’Asia, con il 44% di iscritti da essa provenienti, +3 punti percentuali dall’anno precedente; in particolare tre i Paesi più frequenti: la Cina, con quasi 2.300 studenti (il 15,7% del totale iscritti internazionali), segue l’India con circa 1.500 giovani (il 10,3%) e a breve distanza l’Iran con più di 1.200 (l’8,7%).

In Lombardia e a Milano il capitale umano è motore dell’ecosistema dell’innovazione, ma ancora ridotti gli investimenti in R&S e il numero dei ricercatori

A questo monitoraggio dell’attrattività internazionale di Milano, è infine importante affiancare anche una analisi più ampia dell’ecosistema istruzione-ricerca–innovazione. È noto che l’ecosistema lombardo, con fulcro in Milano, sia punto avanzato dell’innovazione italiana: qui si attiva il 20% della spesa in R&S, lavorano il 21% dei ricercatori, si effettua il 31% della ricerca scientifica più altamente citata, viene registrato il 33% dei brevetti, ha sede il 27% delle startup. 

Tuttavia, non mancano ‘numeri da cambiare’. Ad esempio, pur in robusto avanzamento nell’ultimo quinquennio l’investimento in R&S rimane assai ridotto: i 5,3 miliardi di euro di spesa della Lombardia (dati 2019, di cui il 40% stimabile a Milano) equivale all’1,33% del PIL, contro il 5,76% in Baden-Württemberg, il 3,42% in Bayern, il 1,52% in Cataluña.

Così, il numero di ricercatori (sia italiani sia soprattutto stranieri) è più basso: 1,0% degli occupati in Lombardia, 2,4% in Baden-Württemberg, 1,7% in Bayern, 1,3% in Cataluña. Si aggiunge il fatto che secondo i dati dello European Research Council, più della metà dei ricercatori italiani di elevato profilo vincitori di un grant europeo svolgono la propria attività in una istituzione estera (questa percentuale è del 20-35% in Francia, Spagna e Germania).

Potenziare questo ecosistema significa lavorare sull’ambizione e la competitività globale di Milano, sinergicamente a livello locale tra sistema d’istruzione e di ricerca, imprese e istituzioni.

la spesa in R&S attivata in Lombardia sul totale italiano

20%

il rapporto spesa in R&S su PIL della Lombardia vs 5,76% Baden-Württemberg, 3,42% Bayern, 1,52% Cataluña

1.33%

la quota di ricercatori sul totale occupati in Lombardia vs 2,4% Baden-Württemberg, 1,7% Bayern, 1,3% Cataluña

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