Aggiornato a maggio 2021

Le donne nel mercato del lavoro

L'occupazione femminile durante la crisi pandemica

10-06-2021

Sono più di 5 mila le donne che hanno perso il lavoro a Milano nel 2020, pari al -0,7% delle occupate. Nella città metropolitana il calo è più contenuto di quello degli uomini (-1,8%), a differenza di quanto accade in Italia dove è la componente femminile a soffrire maggiormente. È l’effetto della struttura economica locale, che vede una forte presenza di donne in settori meno colpiti nella pandemia e una loro concentrazione in lavori a maggiore contenuto professionale. Rimane tuttavia un ampio gap di genere: 9 punti percentuali distanziano il tasso di occupazione femminile da quello maschile a Milano, molti meno dei 28 punti nazionali ma ancora troppi rispetto ai benchmark europei.

L’occupazione femminile e il gap di genere

Delineare un quadro della situazione delle donne nel mercato del lavoro milanese richiede una analisi attenta e articolata.

In primo luogo, Milano è da sempre una città che offre più opportunità lavorative alle donne rispetto al resto del Paese. Infatti, è la quarta provincia italiana dopo Trieste, Bologna e Bolzano per tasso di occupazione femminile: al 64,2% nel 2020, ben sopra la media nazionale del 49%. Tuttavia, la distanza dalla situazione degli uomini rimane ampia e pari a 9 punti percentuali, sebbene inferiore a quanto si osserva in Lombardia (15 punti di gap tra il tasso femminile e quello maschile) e, ancor di più, in Italia (28 punti). 

Rispetto alle regioni europee a maggior vocazione produttiva, la percentuale di donne occupate a Milano è in linea con Cataluña (65,0%) e Rhone-Alpes (65,7%), ma ancora lontana dalle regioni tedesche, vicine al 75% (Baden Wurttemberg 74,8%, Bayern 75,8%). Se guardiamo, tuttavia, al gap di genere, i 9 punti percentuali di Milano sono quasi il doppio della distanza tra occupazione maschile e femminile in Rhone-Alpes (5,2 punti) e comunque ben al di sopra di quello delle altre regioni benchmark, intorno ai 7 punti.

Milano è la quarta provincia italiana dopo Trieste, Bologna e Bolzano per tasso di occupazione femminile: 64,2% nel 2020

64.2%
9p.p.

Il gap di genere tra tasso di occupazione femminile e maschile è ampio e pari a 9 punti percentuali

L’impatto della pandemia

Un secondo elemento importante, che può sorprendere, è la minore perdita di occupazione delle donne a Milano nel 2020, in controtendenza rispetto a quanto si osserva nel complesso del mercato del lavoro italiano. La minor penalizzazione della componente femminile qui rispetto al resto del Paese è legata da un lato alla maggiore presenza di donne in settori rilevanti nell’economia locale e fondamentali nella pandemia, come la sanità e il commercio di beni essenziali, e dall’altro alla loro concentrazione in lavori a maggiore contenuto professionale dove è stato possibile un uso più esteso dello smart working di emergenza. Così, nei numeri assoluti la perdita di occupazione a Milano si attesta a -5.128 unità per le donne, pari a -0,7%, a fronte dei -14.907 occupati maschi, ossia -1,8%.

Terzo, questa crisi si differenzia dalle passate per una crescita più rapida e consistente della inattività, in particolare per effetto dello scoraggiamento. Tra il 2019 ed il 2020, infatti, la quota di popolazione che non ha un lavoro né lo cerca (gli inattivi) è aumentata sia tra gli uomini (dal 19,8% al 22,3%), sia tra le donne (dal 30,1% al 31,8%, quindi con una crescita più contenuta di +1,7 punti), ma la stessa dinamica nasconde una differenza sostanziale. Tra gli uomini è diventato inattivo sostanzialmente chi ha perso il lavoro, il calo dell’occupazione maschile è infatti speculare, -2,6 punti, e il tasso di disoccupazione rimane sostanzialmente invariato. Al contrario, la maggior quota di donne inattive deriva in parte dal calo del tasso di occupazione (-1,2 punti), in parte dalla diminuzione della disoccupazione (-0,5 punti, dal 6,3% del 2019 al 5,8% del 2020). Pertanto, per la componente femminile la condizione di inattività (e l’effetto scoraggiamento) si è verificata sia tra chi ha perso il posto di lavoro, sia tra chi ha smesso di cercarlo.

Rispetto a questa dinamica complessiva, a Milano si distinguono le donne tra i 18 e i 29 anni, che nell’anno della pandemia non hanno rinunciato a cercare (e alcune a trovare) opportunità lavorative: nel 2020 infatti diminuiscono le giovani inattive (-0,6 pp, dal 49,2% al 48,6%), aumentano le disoccupate (+0,7 pp), crescono lievemente le occupate (+0,2 pp).   

Nel 2020 hanno perso il lavoro 5.128 donne, pari al -0,7% delle occupate

--0.7%
-1.8%

Nel 2020 hanno perso il lavoro 14.907 uomini, pari al -1,8% degli occupati

 
 
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